6, 80 metri altezza dell’oggetto
30 gli artigiani impegnati per la costruzione
400 i partecipanti all’inaugurazione
12.000 visualizzazioni al principale video caricato su Youtube
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L’Arpa eolica di Mazzano è un monumento realizzato a Negrar, provincia di Verona, fortemente voluto dal Gruppo Sportivo e Culturale di Mazzano. Da anni gli abitanti della frazione negrarese desideravano avere un’opera a ricordo dei loro cari scomparsi, per questo motivo vi è stata una grande partecipazione che ha coinvolto praticamente tutta la cittadinanza nella realizzazione e nella condivisione di questo particolare progetto. Il monumento è costituito da un basamento di pietra di Prun al quale è fissato un telaio realizzato con tubolari d’acciaio che ingloba una cassa armonica di rame. L’impianto sonoro è composto da sei corde di differenti lunghezze e materiali tenute in tensione dai loro “rimandi” corredate da altrettanti tiracavi che ne permettono l’accordo armonico; la parte sonora è completata poi da due sonagli eolici a percussione (wind kimes) in lega d’alluminio che simulano il suono di campane lontane. In presenza di vento, l’Arpa eolica di Mazzano è in grado di produrre melodiosi suoni udibili a circa 3 – 4 metri di distanza.
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Che cos’è un’arpa eolica
L’arpa eolica è uno strumento sonoro a corde molto antico, forse di origine preistorica. Secondo la mitologia greca fu inventata dal Dio Eolo, il Dio del Vento, e di lì il nome: Arpa (perché ricorda lo strumento musicale dell’arpa) ed Eolica, o Eolia (da Eolo, o “vento”). Questo genere di strumento è indubbiamente atipico perché non vi è la possibilità, da parte dell’uomo, d’intervenire sulle melodie prodotte, ma è la natura (il vento, appunto) a produrre suoni in maniera armonica e sempre nuova.
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“Giunone chiede ad Eolo di liberare i venti” – Quadro di François Boucher – 1769
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“Conoscevo solo teoricamente che cosa fosse un’arpa eolica fino a pochi anni fa, prima cioè d’iniziare a sperimentare in tal senso con quell’elemento inafferrabile e bellissimo che è il vento. Conoscevo dalle stampe d’epoca come erano fatte le arpe eoliche del passato e, da alcune fotografie, quelle elaborate dai rarissimi artisti contemporanei che con grande sensibilità avevano deciso di compiere un percorso artistico in qualche misura legato alla Land Art; tuttavia, quali suoni potessero produrre questi strumenti e, soprattutto, quale fascino potesse scaturire nell’ascoltarli, era al di fuori della mia immaginazione. In una giornata che soffiava un buon vento caldo di scirocco decisi però di mettere in tensione dei cavi, ed utilizzando delle rudimentali casse armoniche, iniziai ad estrapolare i primi suoni udibili. Ero ancora molto lontano dal realizzare un qualche cosa che suonasse in maniera melodiosa, ma quel giorno mi fece incontrare una dimensione dell’arte molto onirica e concettuale. Come per i miei lavori legati alla scienza gnomonica, capii che anche le arpe eoliche erano strumenti nelle mani della natura, una natura che li utilizzava per produrre il risultato finale; ma, nel caso delle arpe accarezzate dal vento, l’aspetto sperimentale dell’uomo rubava la scena al pur altrettanto importante aspetto scientifico di calcolo. Ed è così che sempre più spesso mi trovavo a sperimentare in luoghi dove il vento era generoso, trascorrendo delle giornate che custodirò sempre tra i tesori più preziosi della mia memoria. Già, perché quando quelle corde tenute in tensione su di un telaio iniziavano veramente ad andare in risonanza con il vento, e quella cassa armonica cominciava ad avere una buona proporzione, ecco che la musica che ne scaturiva cancellava come d’incanto la ricerca formale che aveva portato a quella particolare forma d’arpa, ed era la natura, la vera ed unica protagonista. Ciò che rimaneva allora era la voce del vento, il canto forse di quelle sirene udite da Ulisse, ed il sogno di essere lì in quel momento”. Giuseppe Ferlenga . _______________________________________L’inaugurazione dell’Arpa eolica di Mazzano ha visto la partecipazione di circa 400 persone che hanno seguito i due momenti dell’evento: al mattino, la parte più istituzionale, ed alla sera, il momento più conviviale e culturale. Presenti all’inaugurazione le autorità civili, militari e religiose del luogo. Dopo la S.Messa, celebrata da Don Marcello Veronesi, la cerimonia è proseguita con il taglio del nastro da parte del sindaco di Negrar. Presente il Comandante dei Carabinieri di Negrar, Maresciallo Franco Turetta e carabinieri in servizio, l’Associazione Nazionale Carabinieri della frazione di Negrar. Era presente poi una bella delegazione della Protezione Civile, molti Alpini delle varie associazioni d’Arma della zona, la Squadra Campanaria di Torbe, nonché molte persone sensibili alle tematiche espresse da questo monumento.
Taglio del nastro da parte del Sindaco di Negrar dott. Roberto Grison
In serata, all’interno dell’adiacente chiesa parrocchiale si è svolto un concerto di corali polifoniche. La serata è terminata all’aperto con vin brulé ed ottime torte casalinghe; ma quando proprio l’evento sembrava volgere a conclusione, durante un’ultimo brano corale eseguito all’aperto, in cielo è sfrecciata una grande meteorite che ha illuminato la scena lasciando tutti visibilmente emozionati. L’evento astronomico, per le particolari dimensioni dell’oggetto celeste, è stato registrato anche da due stazioni di rilevamento nazionali e ripreso dalla stampa. Purtroppo a Mazzano nessuna macchina fotografica è riuscita a catturare un’immagine della meteorite ma unendo le informazioni dei vari testimoni, l’indomani è stata ricostruita fedelmente la scena in computer-grafica.
Ricostruzione del fenomeno celeste osservato la sera dell’8 novembre 2015. La meteorite è una ricostruzione grafica fotoinserita in un’immagine reale del pubblico presente.
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